Press Voices
Vanity Fair - Blue of a Kind
Tutti i loro capi in denim vengono (ri)realizzati a pochi chilometri da Milano.
Le materie prime sono capi vintage di alta qualità che poi vengono completamente smontati alle cuciture, rimontati e cuciti. Come questi pantaloni palazzo Dorotea
HUB Style - (R)INNOVARE QUELLO CHE GIÀ ESISTE: BLUE OF A KIND
Non più confini dettati dal genere per Blue of a Kind che, con i nuovi modelli genderless Leftover veste sia corpi femminili sia quelli maschili.
Si tratta di una proposta seasonless che lavora con quel che già esiste. I capi quindi vengono realizzati con tessuti di stock Candiani e, per quanto riguarda le colorazioni, Blue of a Kind impiega il processo super-sostenibile “Recycrom” collaborando con Officina+39: vecchi indumenti di cotone vengono suddivisi in base al colore e sminuzzati fino a essere resi polvere in grado di colorare i capi con un utilizzo ridottissimo di acqua.
The Style Lift - La moda circolare di Blue of a Kind
“Lavorare tutto ciò che esiste” è il mantra del fashion design studio Blue of a Kind, sintesi perfetta del concetto di moda circolare. Niente si distrugge, quindi, ma tutto ritorna a nuova vita partendo da tessuti di stock e abbigliamento esistente. Parole come genderless, seasonless, remade, upcycle e leftover fanno parte del nuovo vocabolario della moda e di una inevitabile attenzione all’ambiente e alle persone.
“Rivoluzione dell’esistente” la chiamano i creativi di Blue of a Kind. Come avviene con la linea Leftover, realizzata con tessuti difettosi o avanzati e tinti con un processo innovativo e super-sostenibile, basato sulla colorazione con polvere di cotone ricavata sminuzzando vecchi indumenti e scarti di produzione. L’acqua utilizzata nel processo viene filtrata e dunque non sprecata.
Il lavoro di Blue of a Kind si focalizza anche su due altri importanti asset della moda contemporanea: capi timeless e genderless dove il jeans è sempre grande protagonista. Pezzi streetstyle e trendy mescolati trasversalmente fra categorie e generi in un equilibrio creativo di classicismo e innovazione per corpi sia maschili sia femminili.
Economy - Il denim è circolare e... non passa mai di moda
Può esistere la totale (o quasi) sostenibilità nel mondo delle imprese di abbigliamento e moda? Sì, se l’azienda si regge sulle gambe dei sognatori, che prima ancora di lanciarsi nella produzione si fermano a riflettere su cosa voglia dire, davvero, non incidere sul nostro già tormentato pianeta in termini di acqua, colori, metalli, produzione e distribuzione.
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Grazia - Un jeans che fa bene: i denim brand sostenibili da conoscere!
È possibile avere un denim davvero eco-friendly? Ecco i brand più virtuosi da scegliere!
Da sempre, denim e sostenibilità sono considerati due mondi lontani e inconciliabili.
Come mai? I processi di produzione del jeans sono complessi e inquinanti perché richiedono l’utilizzo di tonnellate d’acqua, solventi chimici e tinture ricche di metalli pesanti, tutto questo per il lavaggio di un singolo paio di pantaloni.
Ma qualcosa sta cambiando... I moniti e la sensibilizzazione alla sostenibilità stanno dando i loro frutti e sono tanti i brand “virtuosi” ad aver intrapreso la strada eco-friendly.
Marie Claire - Dalle memorie del denim nascono i jeans più sostenibili del made in Italy
Storia e rivoluzione di Blue of a Kind, il brand italiano che ha fatto del "nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma" una dichiarazione d'intenti (couture).
“Un percorso a tentoni, una passeggiata sui cornicioni, una gara di velocità con uno zaino di mattoni sulle spalle… L’avventura più bella della mia vita”. Chiari e scuri, come una montagna di jeans cui dare nuova vita, sono le premesse da cui Fabrizio Consoli è partito per cucire insieme un progetto orgoglio del made in Italy, Blue of a Kind. Un brand di denim sostenibile, molto più di un brand di denim sostenibile.